Olio esausto, smaltiamolo o saremo fritti

Gli oli esausti, che siano di origine industriale o domestica come l’olio del motore o i residui di olio dopo aver fritto in cucina, sono fattori fortemente inquinanti per l’ambiente. La loro combustione incontrollata produce sostanze tossiche, che finiamo col respirare, e il relativo contatto con l’acqua, qualora fossero buttati negli scarichi domestici senza nessun tipo di filtraggio, comporta la riduzione della quantità di ossigeno a disposizione della flora e della fauna.
È dunque assolutamente necessario procedere a una raccolta specifica degli oli esausti, puntando a recuperarli tramite la raccolta differenziata come vi spiegavamo nella Guida Come smaltire l’olio di frittura.
Attualmente si stima una produzione di circa 280mila tonnellate di rifiuto ogni anno. Per non contare gli oli esausti provenienti direttamente dalla ristorazione: in questo caso la previsione è di 60mila tonnellate annue.
Quanti di questi oli esausti verranno recuperati o immessi nell’ambiente in modi inopportuni? Lo sversamento di oli esausti su un terreno qualsiasi è gravissimo, perché quando questo rifiuto viene disperso nel sottosuolo deposita un film sottilissimo attorno alle particelle di terra e forma così uno strato di sbarramento tra le particelle stesse, l’acqua e le radici capillari delle piante, impedendo l’assunzione delle sostanze nutritive. Se l’olio esausto raggiunge la falda freatica forma uno strato lentiforme di 3/5 cm di spessore, che si sposta con la falda stessa verso valle, e può raggiungere pozzi di acqua potabile anche molto lontani determinando gravi conseguenze alla salute pubblica.
Il primo passo da compiere nello smaltimento di questa tipologia dei rifiuti è depositare gli oli esausti in appositi contenitori e consegnarli alle aziende raccoglitrici autorizzate iscritte al C.O.N.O.E. (Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali ed animali esausti).
La funzione del Consorzio è quella di controllare e monitorare la filiera degli oli e grassi esausti ai fini ambientali nonché diminuirne, in maniera progressiva, la dispersione. Generalmente stazioni di servizio, officine di riparazione e lubrificazione sono tenute a ritirare gratuitamente gli oli esausti.
Qualora la quantità di oli da smaltire è effettivamente molto alta, superando ad esempio 20 metri cubi alla volta, la soluzione migliore sarebbe quella di rivolgersi direttamente a un agente autorizzato che provvederà a trasportarli presso il centro di smaltimento più vicino.

Il riciclo degli oli esausti consente non solo di ridurre l’inquinamento ma anche di recuperare buona parte degli scarti per un nuovo riutilizzo industriale anche se  il processo di recupero è complesso e richiede il rispetto di una normativa dettagliata.
In base alle caratteristiche dell’olio il prodotto può essere sottoposto a tre tipi di processo:
  • La Rigenerazione degli oli esausti
  • La Combustione degli oli esausti
  • Il processo di Termodistruzione degli oli esausti
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